Ilaria Tuti - Fiori sopra l'inferno

📌 Lecce, 17 aprile 2018

Fiori sopra l'inferno. La serie di Teresa Battaglia, vol. 1

di: Ilaria Tuti


Formato: Kindle (1237 KB)

Pagine: 316

Editore: Longanesi (4 gennaio 2018)

ASIN: B077DC4LZH


Data di acquisto: 8 aprile 2018

Letto dal 14 al 16 aprile 2018


  • Sinossi

"Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura".

Questo non è soltanto l'esordio di una scrittrice di grandissimo talento. Non è soltanto un thriller dal ritmo implacabile e dall'ambientazione suggestiva. Questo è il debutto di una protagonista indimenticabile per la sua straordinaria umanità, il suo spirito indomito, la sua rabbia e la sua tenerezza.


  • L'incipit del libro

Austria, 1978

C'era una leggenda che gravava su quel posto. Una di quelle che si appiccicano ai luoghi come un odore persistente. Si diceva che in autunno inoltrato, prima che le piogge si tramutassero in neve, il lago alpino esalasse respiri sinistri.

Uscivano come vapore dall'acqua e risalivano la china insieme alla bruma del mattino, quando la gora rifletteva il cielo. Era il paradiso che si specchiava nell'inferno.

Allora si potevano sentire sibili lunghi come ululati, che avvolgevano l'edificio del tardo Ottocento, sulla riva est.

La Scuola. Lo chiamavano così, giù in paese, ma quelle mura avevano mutato destino e nome diverse volte nel tempo: residenza di caccia imperiale, comando nazista, preventorio antitubercolare infantile.

Ora nei corridoi c'erano solo silenzio e pareti scrostate, stucchi sbiaditi ed echi di passi solitari. E poi, a novembre, quegli ululati che sgorgavano dalla nebbia e si arrampicavano lungo le finestre dei piani più alti, fino al tetto spiovente che luccicava di brina.

Le leggende, tuttavia, si addicono solo ai bambini e ai vecchi malinconici, a cuori troppo teneri. Lo sapeva bene Agnes Braun. La Scuola era la sua casa da troppo tempo per lasciarsi impressionare da un gorgoglio notturno. Conosceva lo scricchiolio di ogni asse, di ogni tubatura arrugginita che correva nelle intercapedini delle pareti, sebbene la maggior parte dei piani ora fosse chiusa e le porte delle stanze sprangate con tavole e chiodi.


  • La mia recensione

"Le voci delle vittime l'accompagnavano in ogni istante della giornata e nel buio della notte si levavano più alte. Non le avrebbero mai permesso di riposare fino a quando il colpevole non fosse stato trovato e il cerchio di morte chiuso".

Libro uscito a gennaio ma che ho sempre esitato a comprare perché, da quanto avevo letto in giro, mi aveva dato l'impressione di essere un romanzo scritto sulla falsa riga de Il silenzio degli innocenti… quanto mi sono sbagliato! Si tratta, invece, di thriller psicologico al cardiopalma che non concede un attimo di tregua al povero lettore, e con una trama che è tutto un crescendo di emozioni fino all'epilogo ed alla rivelazione finali molto originali (ma che, con un po' di ragionamento, ci si può anche arrivare a capire).

Storia che apre più di un interrogativo; uno su tutti: nasciamo cattivi o lo diventiamo per le situazioni e le prove che la vita ci sbatte in piena faccia? Signori, questa sì che è una gran bella domanda…

Davvero ottime le descrizioni dei luoghi (l'autrice, lo ha scritto nei saluti finali, ha usato quelli a lei molto cari) e perfette le descrizioni dei personaggi. Il commissario Teresa Battaglia non è certamente il massimo della simpatia (ma nel corso della lettura ne capiremo il motivo), ma il suo lavoro lo sa fare molto bene e, non a caso, è lei il punto di riferimento per tutte le altre autorità coinvolte nelle indagini.

Ilaria Tuti è al suo primo romanzo… e spero che riscuota il successo che merita perché le premesse ci sono tutte; ma, soprattutto, spero di leggere altri lavori su Teresa Battaglia, soprattutto sul suo passato e su come esso ha "plasmato" la donna ed il commissario che in Fiori sopra l'inferno abbiamo imparato a conoscere.

  • Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)