Jeffery Deaver: La figlia sbagliata

📌 Lecce, 8 giugno 2018

La figlia sbagliata

di: Jeffery Deaver


Titolo originale: Speaking In Tongues

Formato: copertina rigida

Pagine: 358

Editore: Rizzoli (20 ottobre 2010)

ISBN: 9788817043700


Data di acquisto: 5 marzo 2017

Letto dal 6 all'8 giugno 2018


Megan Collier è una ragazzina "difficile": timida, solitaria, piena di rabbia. Rabbia soprattutto nei confronti dei genitori, Bett e Tate, divorziati da poco e troppo presi da se stessi per accorgersi di lei. Fortuna che ora c'è il dottor Peters, il suo nuovo psicanalista. Gli sono bastate poche sedute per stregare Megan: con il suo sguardo magnetico e la voce ferma e suadente, è il solo che riesca a far crollare le barriere della ragazza. Finché un giorno, all'improvviso, Megan scompare. Adesso i suoi genitori dovranno per forza accorgersi di quella figlia che non si erano mai preoccupati di conoscere, e che forse ha voluto fuggire proprio da loro. Ma Megan non è scappata: ben presto, infatti, dietro la sua sparizione si profila una lucida trama di ricatto e vendetta, ordita da qualcuno in grado di tenere in scacco Megan, e abilissimo a scavare nel passato della famiglia Collier. Se vogliono salvare la figlia, e scoprire chi li ricatta e perché, Tate e la sua ex moglie dovranno scendere negli inferi del proprio passato, camminando loro stessi, insieme al misterioso ricattatore, in bilico sul sottile confine tra realtà e follia.


"Lui aveva perso suo figlio, Tate Collier avrebbe perso sua figlia. Una specie di catarsi, una specie di giustizia, una specie di vendetta…".

La figlia sbagliata, datato 2000, è uno dei primi romanzi di Jeffery Deaver, il futuro creatore della bellissima saga di Lincoln Rhyme. E che Deaver sia ancora "alle prime armi" si nota eccome: trama non molto complicata e situazioni al limite del ridicolo (addirittura con alcuni personaggi raggirati abbastanza ingenuamente, tanto che ti sorge il dubbio sul loro equilibrio mentale). Eppure, tutte le qualità che, in seguito, apprezzeremo nei libri con protagonista Rhyme ci sono già tutte: capovolgimenti di fronte, protagonisti che nascondono più di uno scheletro nell'armadio e "cattivi" che ti portano quasi a dubitare di essere davvero loro i "cattivi".

Trama davvero ben costruita: la figlia di una coppia di divorziati viene rapita da non si sa chi e per quale motivo e, per giunta, con tutti i vari personaggi coinvolti (genitori, amiche, parenti, psichiatri e forze dell'ordine) continuamente spiazzati e depistati. Con queste basi, durante la lettura, Deaver ci porta a fare innumerevoli ipotesi e congetture sull'identità del rapitore (e sui motivi del suo gesto)… e invece, strada facendo, tutto ciò che abbiamo ipotizzato cade giù come un castello di carte sino all'incredibile verità e allo spettacolare epilogo finale.